Aria di Unibios
Considerazioni di un cittadino. PDF Stampa E-mail
Scritto da Enrico   
domenica 29 luglio 2007

 

Più di una settimana fa un cittadino di Trecate ha inviato una lettera al giornale “Corriere di Novara”; il contenuto sono alcune considerazioni sulle ultime notizie che circolano in merito alla vicenda Unibios.

Il giornale non ha ritenuto opportuno pubblicarla, o forse verrà pubblicata in altri tempi, o magari si è persa, ma visto che mi è stata inviata credo sia doveroso dar voce a chi la vuole avere.

Sotto potete leggere il testo della lettera.

 


Spett - CORRIERE DI NOVARA

Trecate 26 Luglio 2007

Spett. Redazione,


Vi invio un articolo avente come oggetto l'Unibios di Trecate . Se riterrete opportuno pubblicarlo , Vi prego di usare le sole iniziali B.P.

Augurandovi buone ferie vi ringrazio anticipatamente.


UNIBIOS - PROPONE RIDIMENSIONAMENTO ATTIVITA’ PRODUTTIVE MA CHIEDE 5 ANNI DI TEMPO.


UNIBIOS. Negata per la seconda volta l’autorizzazione integrata ambientale (AIA). Solo ora che rischia grosso, Unibios dichiara di voler mantenere nello stabilimento unicamente quelle fasi che creano meno problemi e ridurre l’attività produttiva. Si parla di confezionamento e rifinitura (allora il termodistruttore non servirebbe più???. Ora brucia per 24 ore al giorno ( non si sa bene che cosa)). Per ridimensionare queste attività però occorrono all’azienda almeno 5 anni!!!


Peccato che questa favola sia stata “narrata” con documenti e studi già in passato, quasi 10 anni fa. Si parlava anche allora di confezionamento Se all’epoca avessero attuato quanto promesso,.avremmo evitato morti, ustioni, infortuni, inquinamento delle falde, dell’aria, esplosioni, esalazioni, puzze insopportabili , rischio di contaminazione a causa di stoccaggi all’aria aperta di fusti tossico nocivi senza chiusura ( è la quinta segnalazione per stoccaggio non autorizzato di rifiuti pericolosi - La Stampa 21 giugno 2007). Già nel 1996 TREMILA fusti tossico nocivi furono scoperti stoccati all’aperto su un terreno in via Pellico di fronte all’azienda naturalmente senza autorizzazione.- ORA LA STORIA SI RIPETE

Con stupore leggo sui giornali che le autorità preposte parlano di “svolta positiva” , “spiragli di serenità” e che le richieste UNIBIOS potrebbero essere accolte. Naturalmente devono stare molto all’erta e verificare la veridicità di quello che l’azienda dichiara e, per non farsi prendere in giro per altri 10 anni, verificare il piano di attuazione ed il rispetto dei traguardi intermedi. E’ ovvio che se dovessero accadere altri incidenti, la colpa sarebbe solo di chi non ha impedito che una fabbrica chimica così ad alto rischio (ubicata in una zona densamente abitata) e che ha operato al di fuori della legalità, continui a fare sempre i propri comodi prendendo in giro tutti con dichiarazioni e promesse NON CREDIBILI perché senza seguito all’atto pratico.

Ma come mai, ora che la tendenza, giustamente, nei vari settori è quella della TOLLERANZA ZERO nei confronti delle infrazioni alle leggi, in questo caso specifico è disattesa?

Lasciamo lavorare anche tutti i cantieri edili che non rispettano le norme di sicurezza e causano così tanti morti?


B.P.


 

 

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