Aria di Unibios
L'Unibios ha nuovi intenti. PDF Stampa E-mail
Scritto da Enrico   
domenica 15 luglio 2007

 

Il 9 luglio 2007 si è svolta in provincia la Conferenza dei Servizi nella quale sono state respinte le controdeduzioni presentate dalla ditta Unibios, e quindi è stata negata l'Autorizzazione Integrata Ambientale.

Allora che si fa?

Si cambia rotta, e si tira fuori la vecchia storia della riconversione impiantistica.

L'azienda ha presentato una lettera in cui espone i “nuovi” intenti: ovvero chiudere una parte degli impianti, diminuire la produzione, far fare altrove alcune fasi di lavorazione, destinando lo stabilimento di Trecate al confezionamento e alla rifinitura dei prodotti.

La Conferenza ha fissato in data 25 luglio 2007 un nuovo incontro per visionare i particolari del piano: tempi di attuazione, specifiche sugli impianti destinati alla chiusura, lavori di messa in sicurezza.

La Provincia esprime soddisfazione e l'assessore all'Ecologia Dario Simonetti si dice ottimista ma cauto.

Pare che in provincia ci sia stata l'impressione che l'azienda abbia finalmente cambiato atteggiamento, mostrando la volontà di fare qualcosa di concreto per cambiare le cose.

La lettera apre quindi nuove prospettive ma ovviamente è ancora tutto da vagliare e si potrà avere un quadro più chiaro dopo l'incontro del 25 quando, nella Conferenza dei Servizi, si dovranno analizzare i piani di questi nuovi intenti.

Considerazioni:

L'AIA non è stata concessa, l'azienda non è in grado di ottenerla.

L'AIA non si può ottenere e allora si tenta un escamotage per raggirarla?

La storia della conversione degli impianti è vecchia; già circa dieci anni fa l'azienda aveva cercato di far togliere dall'amministrazione comunale la R dal piano regolatore, barattando la R con la riconversione degli impianti: il piano fallì perché l'azienda non scese al compromesso chiesto dall'amministrazione di dismettere l'inceneritore.

Ora l'inceneritore in questo “piano rispolverato” che destino avrebbe: si produrrebbe altrove e si smaltirebbe qui?

Prima della conferenza del 9 luglio 2007 il Sindaco di Trecate aveva ipotizzato un piano di ricollocamento da attuare in 4/5 anni, tempistica che viene ripetuta anche sui giornali che in questi giorni riportano le notizie dalla Conferenza dei Servizi, ma alcune fonti citano una previsione di almeno dieci anni, visto che l'azienda ha in corso contratti a lungo termine per la fornitura di prodotti che non potrebbero essere rescissi senza pesanti penali.

Allora cosa si intende fare?

Permettere di continuare per altri anni magari inserendo qualche prescrizione?

L'AIA serve, ma Unibios potrà andare avanti anche dopo il termine della scadenza perché ha dei contratti?

Si pensa di impedire di fare nuovi contratti all'azienda?

Potrebbe essere la stessa situazione anche tra qualche anno, l'azienda accetta commesse nuove e poi ci si ripara dietro la scusa delle penali.

E i dipendenti?

Ovviamente, visto la situazione critica in cui versa l'azienda, molti penseranno di andarsene appena ne capiterà occasione.

Si intende bloccare le assunzioni?

Altrimenti si perpetua il solito problema dei posti di lavoro.

Questa volta l'azienda sembra aver intenzioni serie!

Infatti neanche a un mese addietro risale un sequestro di sostanze nocive stoccate con incuria, in barba alle normative e a chi deve continuamente vigilare: come avesse a che fare con dei bambini dispettosi.

Sono anni che si sentono dire queste frasi: “questa volta hanno intenzioni serie”, “vogliamo risolvere i problemi”.

Intanto al Consorzio acque di Cerano sono anni che continuano a denunciare il ritrovamento di sostanze chimiche della ditta, ma non cambia nulla, continuano a scaricare, ed è proprio di poco tempo fa un'altra denuncia.

Forse le intenzioni serie sono troppo recenti!!!

L'adeguamento degli impianti?

Il progetto captazione odori?

Se l'azienda smantellerà gradatamente parti di essa (probabilmente sfruttandole fino all'ultimo euro che riescono a spremere) appare logico che probabilmente non ci saranno investimenti su impianti destinati a chiudere, quindi per i cittadini cambierà ben poco: le solite puzze, i soliti rumori, insomma la solita vecchia storia di decenni con la solita vecchia presa per i fondelli che l'azienda si deve ricollocare e ad ogni nuovo incontro sollecitato dai cittadini esausti si dice intenzionata a risolvere i problemi con intenti seri.

Intanto la città stando tra le spine delle decisioni, le puzze della ditta e i voltagabbana dell'azienda, eternamente attende..


Nella sezione “Stampa” trovate gli articoli dei giornali che parlano delle notizie in merito alla Conferenza dei Servizi del 9 luglio 2007.

 

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