Aria di Unibios
Per quattro soldi?
Scritto da Enrico   
domenica 06 maggio 2007

Da quando sono arrivato a Trecate mi sono occupato in prima persona della questione Unibios.

Ho dedicato a questo sito molto del mio tempo libero, e tutto ciò non perché sia un fissato per qualche causa dai risvolti oscuri, ma per il semplice fatto che vivere vicino alla ditta Unibios è sgradevole e purtroppo l'ho scoperto solo dopo aver incominciato a viverci.

Il mio grande fastidio, e quello di molti abitanti della zona, sono le puzze; la questione sicurezza e la vicinanza dell'inceneritore dotato di canna fumaria, che probabilmente non è più alta del condominio in cui vivo, per me è secondaria.

Come molti vivo con un po' di fatalismo: sì, è pericoloso, ma figurati se succede proprio qui.

Pensiamo sempre che le disgrazie accadano ad altri, come eterni adolescenti che sorridono alla vita con ottimismo, convinti che tanto ci sono gli adulti che ci pensano a far andare al posto giusto le cose.

Ma non è così, gli adulti spesso sono avidi, superficiali e incoscienti, e invece di fare la scelte giuste spesso sbagliano, soprattutto se accecati dal bagliore del denaro; e se ci coinvolgono nei loro errori poi magari fa male, molto male: ecco che allora incominciamo a pensare “Ma, se, forse”.

E allora le cose cambiano aspetto, e ci si rende conto che non si possono riparare.

Forse ci vorrebbe una maggior presa di coscienza di tutti, dovremmo responsabilizzarci sui fatti che vediamo, e non lasciarli scorrere via senza che ci lascino una traccia costruttiva, che ci aiuti a trarne vantaggi e consapevolezza, per migliorarci e migliorare l'ambiente in cui viviamo.

Una persona è morta, era un giovane uomo che aveva ancora tanto da vivere e da dare; è una disgrazia enorme che segnerà e cambierà per sempre la vita di tutti i suoi cari.

Ma io mi chiedo: perché?

Un errore di procedura, un macchinario difettoso, una poco corretta valutazione sulla sicurezza?

Le perizie daranno una risposta, ma vedendo il sito dell'incidente e ricordandomi di tutte le polemiche e perplessità sulla sicurezza per gli abitanti della zona, per l'ubicazione dell'azienda e per il tipo di sostanze lavorate, non posso fare a meno di pensare a cosa sarebbe potuto succedere se l'incidente fosse avvenuto alle 16 di un soleggiato sabato pomeriggio, quando magari qualche coppia con un figlio passeggia camminando vicino alla recinzione dove è avvenuto l'incidente, o qualche giovane passa facendo jogging (se osserviamo le foto nella sezione del sito Galleria, si può vedere come il luogo dove è scoppiato l'incendio sia praticamente sopra la testa di chi passa per quella strada).

Ma anche a cosa sarebbe potuto succedere se avessero preso fuoco altri infiammabili innescando un effetto domino, magari mentre passa un treno con il carico di benzine della raffineria (anche questa situazione è ben visibile dalle foto nella Galleria).

Sono situazioni che succedono sempre altrove?

Sì, potrebbe succedere, ma figurati se succede qui...

Una riflessione va fatta seriamente.

Quella R sul piano regolatore non deve essere lì solo a dimostrare una presa di coscienza sulla pericolosità della ditta, per poi poter dire “Avevamo detto che era da ricollocare”.

L'azienda va ricollocata!!!

Da quanti anni c'è la R? Ma a cosa serve una R così?

Pare una presa per i fondelli.

L'attuale amministrazione in autunno ha dichiarato che se l'azienda non si vuole trasferire non ostacolerà la sua attività, perché porta lavoro e denaro.

Ma allora il senso di tutto cos'è?

I soliti quattro soldi?

Gli incidenti sul lavoro succedono per i soliti quattro soldi?

Se mi penso coinvolto in una disgrazia, che valore prendono i miei quattro soldi?

Disgraziati e maledetti soldi!!!


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